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CHATTARE O SCHIATTARE

Ci sta un mio amico, ultraottantenne, iscritto e naturalmente condiviso, su Facebook. Ma sono venuto a conoscenza che su questo interessante mezzo di comunicazione a livello informatico mondiale, ci stanno anche degli ultranovantenni e chissà anche, forse, qualche centenario. E’ un modo come un altro per occupare il tempo libero. E l’anziano, volgarmente chiamato “vecchio”, di tempo libero ne ha molto. Prima perché figli e nuore non hanno più fiducia nel loro operato, secondo perché la maggior parte sono renitenti all’ubbidienza domestica, terzo perché non si ha fiducia nemmeno di affidare loro i nipotini, quarto perché hanno già combinato qualche guaio, quinto perché sono troppo permissivi verso i nipoti ed altre corbellerie varie. A settanta anni non mi ritengo vecchio. Navigo facilmente su internet, ho la pagina su Facebook, cinque o sei blog, circa trentamila risultati sui motori di ricerca con migliaia di articoli e poesie in italiano, dialetto napoletano e dialetto cilentano. Vedere i miei versi riprodotti da vari siti letterari è per me una grande gioia. Anche perché i lettori hanno anche la possibilità di commentare. E vi posso assicurare che i commenti positivi sono circa il novanta per cento del totale dei miei lettori. Pubblicare in internet non costa niente, per cui l’integrità della pensione statale viene intaccata sola quando uno dei quattro computer che possiedo (tre fissi ed uno portatile, che non uso quasi mai perché è mezzo scemo e molto lento) si scassa e bisogna chiamare il tecnico che rilascia pure la ricevuta fiscale come la visita privata di un medico a domicilio. Ma ritorniamo alla chat ( chiatta in italiano potrebbe indicare donna piuttosto in carne e quindi abbastanza cicciotella). Ora vi racconto la terribile esperienza avvenuta dopo circa dieci anni di navigazione in un mare informatico piuttosto tranquillo. Apro la mia pagina su Facebook, dove ho mille e cento amici, e si apre la finestra della chat. Si apre la finestrella e nel quadratino appare una signorina mezza ignuda che mi scrive:” Sei bello. Voglio fare sesso sfrenato con te!!!”. Mi verrebbe voglia di dirle che dovrei chiedere il permesso a mia moglie che di informatica non ne vuole sapere. Ma in compenso è bravissima con pentole e fornelli che pur sono utensili da non sottovalutare. Ma poi mi faccio coraggio, ricordandomi che sono si anziano, ma pur sempre di sesso maschile, anche se pensionato. Devo rispondere al messaggio di questa gentile ragazza, mezzo svestita, che ha intenzione di offrire un conforto fisico e spirituale ad un anziano. “ Gentile signorina, non so come lei sia capitata tra i miei amici. Ho apprezzato il suo apporto cul-turale al mio sito, i suoi se…senza ma e le sue co…se che afferma, ma non posso addivenire alla sua gentile richiesta per i seguenti motivi: 1) perché ho settanta anni; 2) perché sono sposato da oltre quaranta anni e più dieci di fidanzamento, fanno mezzo secolo che conosco mia moglie;3) perché ho avuto due infarti e tre by pass; 4) perché sono pensionato; 5) perché non penso di poter soddisfare il suo sesso sfrenato; 6) perché il mio nipotino di cinque anni mi ha consigliato di guardare su internet solamente i Gormiti; 7) perché non mi chiamo Silvio; 8) perché sono cattolico e sta scritto “non desiderare la donna d’altri”; 9) perché penso che gli “altri” sono parecchi; 10) Perché ho paura che potrei anche fare una brutta figura!”. La risposta non tarda:” Non sai cosa ti perdi…per soli cinquecento euro!!! Buona notte, taccagno!!!”. L’ho cancellata dalla lista dei miei amici. Avesse almeno detto:” Ho letto con piacere le tue poesie!!!”

Catello Nastro

Da “UNICO SETTIMANALE” di Paestum del 28 maggio 2011

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